Per bilanciare cotanto sforzo mentale (a stento sono riuscita a finire le parole crociate), ho poi comprato anche Novella 2000. Sembra incredibile, ma è stata la prima volta in vita mia che ho acquistato quel giornale.
Comunque, per esigenze di peso della valigia l'ho dovuto lasciare in albergo, ma mi è dispiaciuto un casino perchè mi aveva dato moltissimi spunti di riflessione:
- L'articolo sulla pupa Cipriani (quella che ha vinto), che raccontava di quando
- L'articolo pre-litigio di BelenCorona. Con una gallery di immagini di loro due mentre si impanavano sulla spiaggia di Formentera, Corona con una splendida faccia da allupato, prima che lei andasse da Borriello. Per inciso, io non ci credo pè gnente a sta storia che si sono lasciati.
E non è che non ci credo come non credevo al matrimonio di Robbie, non ci credo come non credo all'Hollywood chiuso per droga. E' come dire che un supermercato chiude perchè ha finito il pane.
- L'oroscopo. E' già di qualche anno la storia dell'oroscopo differenziato tra Lui/Lei. Cagata pazzesca, perchè non vedo come possa cambiare il corso degli eventi il fatto che il lettore sia maschio o femmina. In realtà credo che risponda ad un'innata esigenza tutta femminile di sapere cosa passa per la testa dell'altra metà del cielo. Ma oltre a questa divisione di genere, eccolo lì. La terza via. Gay. Lui, Lei e Gay. Dopo le distinzioni per gusti sessuali cos'altro ci sarà? Quelle per fasce di reddito?
Ma l'articolo più interessante, che a questo punto non credo di aver letto su Novella, era quello su Lea T.
Lea T. è stata assistente personale di Riccardo Tisci, almeno fino a quando non ne è diventata la musa ispiratrice e testimonial del marchio. Il marchio di cui sto parlando è Givenchy, maison resa famosa da un'altra musa, la Favolosa Audrey Hepburn, che ha indossato il tubino nero di Givenchy proprio per Colazione da Tiffany.
Sono perfettamente conscia che i tempi siano cambiati, che Hubert de Givenchy sia morto (da un pezzo anche) e che al suo posto ora, dopo Galliano e Mc Queen, ci sia Riccardo Tisci che ha dato al marchio un'impronta molto più dark e gotica dei tempi d'oro... e con tutto il rispetto che ho per i trans, gay, lesbiche e tutte le altre vie di mezzo che non mi vengono in mente, credo che utilizzare un trans (Lea è un uomo, non ancora operato) per pubblicizzare una campagna, una collezione, una sfilata, sia solo un'altra strumentalizzazione del 'diverso' a fini commerciali.
Da Givenchy hanno pensato a lei perchè hanno realizzato che avrebbe incarnato al meglio la dicotomia tra maschile-femminile tema della campagna.
Certo.
In realtà sanno benissimo che non è la dicotomia tra maschile e femminile l'oggetto della campagna, bensì Lea T. stessa. Hanno fatto in modo che ci fosse qualcosa da dire su questa ragazza, che poteva tranquillamente continuare la sua carriera di modella transgender.
Eppure ora c'è qualcosa che ti costringe a guardarla, a scrutarla magari di nascosto perchè non sta bene, come quando ti capita di avere a fianco una persona con qualche difetto fisico, una gobba, una gamba di legno o anche solo una voglia strana sul viso, sai che non devi guardarla, ma lo fai, perchè sei curioso e vuoi vedere.
Non nego che sia bellissima, come si vede in queste foto:
Ma, come dire, credo che il tutto sia andato fuori tema rispetto al comunicare l'immagine del brand.
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